«Il diritto di resistere». Un manifesto femminista

The Feminist Initiative Group
7 luglio 2022

 

Noi, femministe dell’Ucraina, chiediamo alle femmini­ste di tutto il mondo di schierarsi in solidarietà con il mo­vimento di resistenza del popolo ucraino contro la guerra predatoria e imperialista scatenata dalla Federazione Russa.

Le narrazioni di guerra spesso ritraggono le donne come vittime. In realtà le donne svolgono anche un ruolo fonda­mentale nei movimenti di resistenza, sia in prima linea che sul fronte interno: dall’Algeria al Vietnam, dalla Siria alla Palestina, dal Kurdistan all’Ucraina. Le autrici del manifesto Feminist Resistance Against War negano alle donne ucraine questo diritto alla resistenza che costituisce un atto fonda­mentale di autodifesa degli oppressi e delle oppresse.[1] Al contrario, noi consideriamo la solidarietà femminista come una pratica politica di ascolto delle voci di coloro che sono direttamente colpiti/e dall’aggressione imperialista. La solidarietà femminista deve difendere il loro diritto di determinare autonomamente i loro bisogni, i loro obiettivi politici e le strategie per raggiungerli.

Le femministe ucraine hanno lottato contro la discri­minazione sistemica, il patriarcato, il razzismo e lo sfrutta­mento capitalistico per molto tempo prima del momento attuale. Abbiamo lottato, stiamo lottando e continueremo a lottare sia in tempo di guerra che in tempo di pace.

Tuttavia l’invasione russa ci costringe a concentrare il nostro impegno sullo sforzo di difesa generale della società ucraina: la lotta per la sopravvivenza, per i diritti e le libertà fondamentali, per l’autodeterminazione politica.

Chiediamo una valutazione informata riguardo una situazione specifica invece di un’analisi geopolitica astrat­ta che ignora il contesto storico, sociale e politico. Il paci­fismo astratto che condanna tutte le parti che partecipano alla guerra porta nella pratica a soluzioni irresponsabili. Insistiamo sulla differenza essenziale tra la violenza come mezzo di oppressione e quale legittimo strumento di autodifesa.

L’aggressione russa mina le conquiste delle femmini­ste ucraine nella lotta contro l’oppressione politica e socia­le. Nei territori occupati l’esercito russo utilizza lo stupro di massa e altre forme di violenza di genere come strategia militare. L’insediamento del regime russo in questi ter­ritori comporta la minaccia della criminalizzazione delle persone LGBTQI+ e della depenalizzazione della violenza domestica. In tutta l’Ucraina il problema della violenza do­mestica si sta aggravando.

La distruzione delle infrastrutture civili, le minacce am­bientali, l’inflazione, la penuria e lo spostamento della popo­lazione mettono a rischio la riproduzione sociale. La guerra intensifica la divisione del lavoro sulla base del genere, spo­stando ulteriormente il lavoro di riproduzione sociale – in condizioni particolarmente difficili e precarie – sulle donne. L’aumento della disoccupazione e l’attacco del governo ne­oliberista ai diritti del lavoro contribuiscono ad aggravare i problemi sociali. In fuga dalla guerra molte donne sono costrette a lasciare il paese e si trovano in una posizione vul­nerabile a causa delle barriere nell’accesso all’alloggio, alle infrastrutture sociali, a un reddito stabile e ai servizi medici (compresi contraccezione e aborto). Sono anche a rischio di essere vittime di tratta.

Chiediamo alle femministe di tutto il mondo di soste­nere la nostra lotta.

Noi rivendichiamo:

  • il diritto all’autodeterminazione, alla protezione della vita e delle libertà fondamentali e il diritto all’autodifesa (anche armata) per il popolo ucraino – così come per altri popoli – contro l’aggressione imperialista;
  • una pace giusta basata sull’autodeterminazione del popolo ucraino, sia nei territori controllati dall’U­craina che in quelli temporaneamente occupati, in cui si tenga conto degli interessi dei lavoratori, delle donne, delle persone LGBTQI+, delle minoranze etniche e di altri gruppi oppressi e discriminati;
  • giustizia internazionale per i crimini di guerra e contro l’umanità commessi durante le guerre impe­rialiste della Federazione Russa e di altri paesi;
  • garanzie di sicurezza effettive per l’Ucraina e mec­canismi efficaci per prevenire ulteriori guerre, ag­gressioni, escalation di conflitti nella regione e nel mondo;
  • libertà di movimento, protezione e sicurezza sociale per tutti/e i rifugiati e le rifugiate, gli sfollati e le sfol­late, gli internati e le internate di qualsiasi origine;
  • protezione ed espansione dei diritti del lavoro, op­posizione allo sfruttamento e al supersfruttamento e democratizzazione delle relazioni industriali;
  • priorità alla sfera della riproduzione sociale (asili, scuole, istituzioni mediche, assistenza sociale ecc.) nella ricostruzione dell’Ucraina dopo la guerra;
  • cancellazione del debito estero dell’Ucraina (e di altri paesi della periferia globale) per finanziare la ricostruzione postbellica e prevenzione di ulteriori politiche di austerità;
  • protezione contro la violenza di genere e garan­zia dell’effettiva attuazione della Convenzione di Istanbul;[2]
  • rispetto dei diritti delle persone LGBTQI+, delle minoranze nazionali, delle persone con disabilità e di altri gruppi discriminati;
  • garantire i diritti riproduttivi delle ragazze e delle donne, compresi i diritti universali all’educazione sessuale, ai servizi medici, ai farmaci, alla contracce­zione e all’aborto;
  • garantire la visibilità e il riconoscimento del ruolo attivo delle donne nella lotta antimperialista;
  • l’inclusione delle donne in tutti i processi sociali e decisionali, sia in tempo di guerra che in tempo di pace, in condizioni di parità con gli uomini.

Oggi l’imperialismo russo minaccia l’esistenza della società ucraina e colpisce il mondo intero. La nostra lotta comune contro di esso richiede principi condivisi e sostegno globale. Facciamo appello alla solidarietà e all’azione femmi­nista per proteggere le vite umane, i diritti, la giustizia socia­le, la libertà e la sicurezza.

Noi sosteniamo il diritto di resistere.

Se la società ucraina depone le armi, non ci sarà più la società ucraina.

Se la Russia depone le armi, non ci sarà più la guerra.

 

[1] Feminist Resistance Against War. A manifesto, https://spectrejour­nal.com/feminist-resistance-against-war.

[2] Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, Istanbul, 11 maggio 2011.

 

Titolo originale: «The right to resist». A feminist manifesto, https://commons.com.ua/en/right-resist-feminist-manifesto

Traduzione italiana di The Feminist Initiative Group: https://ukraine-solidarity.eu/to-read/il-diritto-di-resistere-un-manifesto-femminista